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Lisa Rodi, classe 1980, nasce e vive a Forlì.

Ottiene la Maturità Classica e si laurea summa cum laude in Conservazione dei Beni Culturali, con un piano di studi che porta avanti parallelamente curiosità per l’archeologia, attività di scavo e passione viscerale per l’arte

Nel frattempo, a 19 anni, ottiene la licenza di Guida Turistica per la città di Forlì e questo ne fa una una delle guide regolarmente abilitate più “vecchie” della sua città.

Quello che la porta a proseguire gli studi nell’estate successiva alla maturità non è una maniacale devozione allo studio, ma il desiderio di perseguire la passione del nonno per la storia locale: un calzolaio innamorato della sua città e della sua nipote che “studia i libri”

Il mestiere di guida turistica inizalmente la porta a lavorare con gruppi di adulti e scuole in collaborazione con cooperative ed associazioni culturali del territorio

Dal 2005al 2012 collabora con i Musei Civici di Ravenna (MAR) in qualità di guida ed operatrice didattica, realizzando visite guidate per adulti ed atelierper ragazzi.

Nel 2009 consegue il primo Master approvato dal MIUR in atelieristica e didattica dell’arte per ragazzi, con Artebambini di Bologna

Ha inoltre collaboratocon il Museo Interreligioso di Bertinoro come operatrice didattica

Dal 2005 svolge visite guidate alle collezioni permanenti e alle mostre temporanee presso I Musei San Domenico di Forlì, in forma autonoma ed in collaborazione con le istituzioni locali

Oggi è guida turistica, libera professionista, ed opera su tutto il territorio romagnolo, organizzando visite guidate rivolte ad un pubblico di clienti affezionati e lavorando in collaborazione con Agenzie Viaggi, Tour Operator e strutture turistiche fidelizzate nel tempo.

L’esperienza lavorativa in Canada e le qualifiche enogastronomiche, le hanno permesso di rivolgersi ad una clientela straniera sempre più curiosa di scoprire il nostro territorio

Un’attenzione particolare è sempre rivolta a scuole ed associazioni culturali, per le quali realizza percorsi di visite guidate e laboratori didattici (recente è la stimolante collaborazione con l’Associazione Fabula di Forlì)

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bagnacavallo 2IMG_8100Due weekend dedicati alla scoperta di Bagnacavallo che hanno riscosso grandissimo successo!
Siamo partiti con un’apertura straordinaria della Pieve di San Pietro in Sylvis, una delle più antiche del territorio, che risale al VII sec. e conserva una cripta ad oratorio tra le più belle della regione oltre ad un incredibile ciclo di affreschi di scuola riminese dell’inizio del 1300.

Seconda tappa è stata il Museo Civico delle Capuccine che accoglie fino a Dicembre 2017 una incredibile raccolta di quasi 100 incisioni che Chagall realizzò per illustrare il romanzo “Le anime morte” di Gogol. Un viaggio affascinante nella memoria e nell’immaginario poetico dei due emigrati russi attraverso tavole ironiche, a tratti grottesche, dal taglio quasi cinematografico, tra pesci volanti, steccati, galli e cattedrali russe. Continua a leggere…

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Forlì - Campanile San Mercuriale Foto archivio APT servizi

Forlì – Campanile San Mercuriale
Foto archivio APT servizi

In Piazza Saffi ci andavo con il mio nonno a vedere quei vecchi fermi sul marciapiede, davanti all’edicola: non so cosa si dicessero quei vecchi, ma ricordo bene quello che il nonno Gino mi raccontava.

Che la Piazza è un’ellisse, che grandi così se ne vedono poche e che lì dentro c’è l’intera storia della città. C’è anche Dante, che ci ha messo nell’Inferno perchè in piazza è stato sepolto un sanguinoso mucchio di francesi sui quali ancora camminiamo

Lo sai che il campanile di San Mercuriale ha quasi 1000 anni e batte incredibili record di altezza? Da lassù vedi tutto, dal mare alle montagne…merito di Don Pippo se i tedeschi non l’hanno tirato giù. E poi si guardavano in silenzio le tante piccole foto in bianco e nero di quelli che hanno fatto la guerra, sotto le arcate del chiostro. Continua a leggere…

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La mostra “Genesi” di Sebastião Salgado sarà ospitata a Forlì nella splendida Chiesa di San Giacomo presso i Musei San Domenico (Piazza Guido da Montefeltro-Forlì) dal 28 Ottobre al 29 Gennaio 2017.

Un’occasione straordinaria per godere di più di 200 scatti, in grande formato, di Sebastião Salgado, il fotografo documentarista più famoso al mondo che con il progetto decennale “Genesi” ha realizzato uno straordinario e commovente inno alla Terra, un atto di amore verso le origini che suona come un monito affichè l’uomo si impegni a preservare ciò che ancora è incontaminato.

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!!!ATTENZIONE!!!Wikigita di sabato 17 Settembre, RIMANDATA A SABATO 24 SETTEMBRE causa maltempo

Wiki loves Monuments è il grande concorso fotografico a partecipazione gratuita finalizzato alla creazione di un grande archivio di immagini del patrimonio artistico italiano. L’ evento si articola in una serie di appuntamenti chiamati WikiGite che prevedono escursioni sui luoghi visitati dai fotografi con guide esperte in grado di rispondere alle loro curiosità

Io accompagnerò i fotografi nella WikiGita a Bertinoro con un percorso che prevede le seguenti tappe

Santuario della Madonna del Lago /Pieve di Polenta (Monumento Stellato dell’Emilia Romagna #ERStars )/Rocca / Colonna dell’ospitalità/ Balcone della Romagna/ Palazzo Comunale

Meeting Point – Ore 16 presso Il Santuario della Madonna del Lago – via Lago 817

Per partecipare clicca qui

Per info clicca qui

colonna ospitalita bertinoro

La Colonna dell’ospitalità – Foto di UIT Bertinoro

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Una pubblicazione di circa 20 anni fa a cura del Comune di Forlì parlava di Altra città: un piccolo catalogo dedicato alle “belle tombe” del Cimitero Monumentale di Forlì per una riflessione sulla necessità di tutela a valorizzazione di quella che mi piace chiamare La città della memoria.

La struttura architettonica, neoclassica, è tra le più imponenti della Romagna e come tanti altri cimiteri in Italia è nata a seguito delle riforme napoleoniche di inizio ‘800 in materia di igiene pubblica. Molti comuni italiani furono obbligati a far migrare le sepolture dei loro cari dall’interno delle città verso l’esterno. Fuori dalle mura.

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Sulla fine del ‘700 la nota famiglia Milzetti di Faenza, desiderosa di concorrere ad un primato di prestigio cittadino, diede inizio alla ristrutturazione del palazzo di via Tonducci, una stretta via defilata, a meno di 10 minuti di cammino da Piazza del Popolo.

Inizialmente l’anziano Nicola Milzetti affidò il progetto di restauro all’ architetto faentino Pistocchi, a cui si deve anche il progetto del bellissimo Teatro Masini di Faenza. Poi i lavori vennero portati avanti dal figlio Francesco Milzetti, il quale pensò bene di chiamare in città il decoratore più prestigioso del tempo: Felice Giani, che aveva già ottenuto prestigiose committenze a Roma (basti pensare alla sale napoleoniche in Quirinale!) e che a Faenza si impegna a decorare interamente Palazzo Milzetti .

Un capolavoro portato a termine nel 1805 e dotato di straordinaria originalità, che non ha confronti con altre imprese realizzate da Giani in nessun’altra parte d’Italia.

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