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Questo autunno i Musei San Domenico di Forlì ospiteranno gli scatti di Sebastião Salgado, classe 1944: il più importante e noto fotografo documentarista del nostro secolo.
Originario del Brasile oggi vive a Parigi. Ha circa 30 anni quando sceglie di intraprendere la carriera di fotografo e la decisione arriverà a seguito di un viaggio in Africa. Dopo alcune esperienze come freelance e collaborazioni con agenzie fotografiche tra le quali Sygma e Magnum, crea con la moglie Lèlia l’agenzia Amazonas Images.
Sebastião viaggia tantissimo: documenta la condizione dell’America Latina tra indios e contadini, la carestia e la siccità in Africa, le grandi migrazioni umane, i cambiamenti tecnologici su scala mondiale. Il suo è uno sguardo alla costante ricerca di un elemento di sopravvivenza primordiale, che trova il massimo compimento nell’ultimo lavoro, “Genesi”
245 fotografie in bianco e nero, scattate in anni diversi che hanno come principale obbiettivo quello di recuperare un’attenzione lucida ed una sensibilità maggiore nei confronti delle problematiche ambientali ed ecologiche che affliggono il pianeta.
Lo sguardo del fotografo si fa aperto, crudo, a tratti dolcissimo quando si sposta dall’elemento umano e sociale alla natura nei suoi aspetti più impetuosi, autentici e fragili. Salgado ha attraversato le regioni più incontaminate del nostro pianeta, dai ghiacciaia artici ai deserti sterminati, foreste pluviali e fondali oceanici, alla ricerca di elementi umani ed animali che ancora vivano in armonia ed equilibro con la Madre Terra
”Genesi” è una ricerca del mondo com’era, come è stato formato e come si è evoluto. Come è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse e cominciasse ad allontanarci dall’essenza stessa del nostro essere
dice Leila Wanick Salgado
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